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il laser nella cura della parodontite

La parodontite è una malattia batterica che determina la perdita del tessuto di supporto del dente che si può definire sociale, visto è la sesta malattia più diffusa al mondo e che sopra ai 50 anni di età colpisce un italiano su due. Si tratta quindi di numeri enormi, ma nel corso degli ultimi decenni, la medicina ha sviluppato un’elevata conoscenza di questa malattia e ha messo a punto strategie di cura assolutamente affidabili.
Costituendo una delle principali cause di perdita dei denti è importante prevenirla, curarla e gestirla nel tempo con mirate terapie parodontali, in modo tale da preservare i proprio denti naturali. Purtroppo come molte altre patologie che appartengono a questa materia, anche la Parodontite è particolarmente subdola come evoluzione, perché difficilmente nelle fasi iniziali dà segni e sintomi che generano sospetti al paziente, con il rischio di sviluppare velocemente i primi sintomi senza rendersene conto.
Molti dei nostri pazienti soffrono di malattia parodontale e desiderano essere trattati in un modo minimamente invasivo.
Procedura manuale
La procedura classica o manuale adottata dai dentisti finora consiste nella somministrazione dell’anestesia locale e nell’utilizzo di strumenti manuali (scalers di varia misura e forma) per ripulire le tasche parodontali.
Tale metodica non è molto apprezzata dai pazienti poiché è molto fastidiosa e, in alcuni casi, dolorosa (il grado di dolore dipende dalla sensibilità di ciascuno di noi).
Se le tasche in cui risiede l’infiammazione sono molto profonde, il medico è costretto ad intervenire chirurgicamente incidendo la gengiva per aprirsi un varco per essere sicuro di arrivare fino in fondo. In quest’ultimo caso quindi, la levigatura delle radici non basta, è necessario passare alla chirurgia orale.
Utilizzo del laser
Alcuni studi hanno evidenziato che il ricorso alla chirurgia orale per contrastare la parodontite può essere evitato utilizzando proprio il laser a diodi il quale riesce a bonificare le tasche parodontali senza la necessità di ricorrere al bisturi.
L’utilizzo del laser a diodi per la cura della parodontite ha ulteriori vantaggi:

  • Accelerazione del ricambio tissutale (la formazione di nuovo tessuto sano);
  • Accelera la coagulazione e la guarigione delle ferite;
  • Sedute più brevi;
  • Non necessita di anestesia locale;
  • Determina una forte azione antisettica ed antibatterica (coadiuvato da clorexidina);
  • Aiuta a tenere sotto controllo la percentuale di batteri potenzialmente pericolosi.

I parametri individuali variano a seconda del clinico e del particolare laser a diodi utilizzato. Però, la maggior parte dei protocolli segue una formula semplice:
1. Il lato di tessuto duro della tasca viene prima trattato con uno scaler a ultrasuoni e con strumentazione manuale.
2. Si passa poi alla riduzione batterica e alla coagulazione mediante laser del lato di tessuto molle della tasca. La fibra del laser viene misurata a una distanza di 1 mm dalla profondità della tasca. La fibra viene usata con un leggero contatto in modalità sweeping, coprendo l’intero rivestimento epiteliale, dalla base della tasca verso l’alto. La punta della fibra viene pulita spesso con una garza umida per impedire l’accumulo di detriti.
3. Il puntale del laser a basso livello viene applicato ad angolo retto e con contatto diretto con la superficie esterna della tasca per la biostimolazione.
Risultati ottenuti con il laser
Dopo il passaggio del laser a diodi (con lunghezza d’onda cha va da 810 nm a 850 nm / nm = nanometro, unità di misura della lunghezza d’onda), la flora batterica presente nelle tasche gengivale tende a tornare alla normalità quindi, venendo meno la causa scatenante, anche l’infiammazione regredisce fino a sparire.
La conseguenza della terapia parodontale che utilizza il laser a diodi è che, già dopo alcuni giorni, il paziente può apprezzare i primi risultati: attenuazione dell’infiammazione, scomparsa del sanguinamento gengivale, diminuzione della profondità delle tasche e miglioramento dell’attacco clinico.
Tali risultati rimarranno stabili nel tempo a patto che il paziente stesso mantenga un’ottima igiene quotidiana e si sottoponga a visite odontoiatriche di controllo e prevenzione con cadenza quadrimestrale (la frequenza dei controlli potrà essere aumentata o diminuita dal proprio dentista di fiducia sulla base delle reali necessità del caso in esame).
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